Body Shaming
Cosa è e perché combatterlo

Il body shaming è un argomento di cui, ultimamente, si parla molto, ma non tutti, probabilmente, sanno di cosa si tratta.

Diciamo subito cosa è il body shaming: si tratta di una forma di bullismo che riguarda l’aspetto fisico e consiste quindi in una vera e propria violenza, che si esprime sottoforma di giudizio e critica nei riguardi del corpo e delle caratteristiche fisiche delle persone.

Il web e i social network in particolare sono i luoghi in cui il body shaming trova maggiore spazio, ma non ne è esente anche la quotidianità, volontariamente o meno. Diciamo così perché molto spesso ci si trova ad esercitare questo tipo di violenza anche senza volerlo, tramite quelle battute così comuni e apparentemente innocue, che sicuramente sono uscite ad ognuno di noi almeno una volta nella vita, ma che in realtà hanno un carattere e un tono implicitamente negativo.
Facciamo qualche esempio: parlare di una ragazza che indossa una gonna corta dicendo “ma le si vede la cellulite” è body shaming; dire a qualcuno “ma quanti tatuaggi hai!” è body shaming.

Esatto: quando si pronunciano frasi di questo genere non si fanno semplici domande o affermazioni; in realtà celiamo dietro ad esse un giudizio, una critica. Nel caso degli esempi precedenti, ciò che è dietro le parole pronunciate è “non dovrebbe indossare le gonne corte perché la cellulite è un difetto da nascondere” nel primo caso, e “troppi tatuaggi sono sconvenienti” nel secondo, esprimendo prima di tutto un parere personale non richiesto, poi mettendo in discussione la libertà di scelta degli altri.

Di fondo c’è una percezione sbagliata della bellezza, di una bellezza intesa come stereotipo a cui attenersi in massa, che arriva a influenzare qualunque ambito delle nostre vite. E tutto ciò che non risulta conforme a questa idea malsana di bellezza e perfezione non è bello ed è passibile di critiche o osservazioni, anche cattive, anche giudicanti.

Sul web e sui social, dove si vive quasi esclusivamente di immagini, il body shaming è all’ordine del giorno e tutto questo contribuisce a devastare l’autostima delle persone, quando invece dovremmo tutti ben capire le conseguenze di questo fenomeno, poiché ognuno di noi ha ben chiari i propri “difetti”, le proprie difformità rispetto all’ideale irreale. Fare body shaming nei confronti di una persona la cataloga automaticamente in quella parte di universo negletto in cui non si è belli, in cui non si è perfetti, in cui non si risponde ai canoni di ciò che è socialmente apprezzato.

Sono lampanti gli esempi delle donne che si mostrano in tutta la loro naturalezza, senza make-up o con una forma fisica non propriamente palestrata: sotto questo genere di foto e post si insinua, velatamente o meno, il body shaming. Perché criticare chi si sente a proprio agio anche con le rughe o con i rotolini di ciccia e non si fa problemi a mostrarsi? Oppure perché ferire gratuitamente chi magari non si aspettava di suscitare tanto rumore?

Le conseguenze di questi atteggiamenti, a livello umano, possono essere catastrofiche e dolorosissime: tanta è la superficialità del giudizio espresso, quanta la profondità del danno creato a chi lo riceve.

Ecco perché bisogna combattere il body shaming: tramite frasi falsamente innocue si fa del male, si feriscono gli altri, se ne mina l’autostima. È proprio questo il caso in cui le parole feriscono molto di più di una spada.








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